Che cos’è la muffa?
Le muffe appartengono al regno dei funghi, di cui ne esistono circa 100.000 specie diverse (incluse muffe e lieviti). Il loro compito nell’ecosistema è estremamente importante in quanto servono per decomporre e riciclare le materie organiche. In partenza le muffe sono talmente piccole da non essere visibili ad occhio nudo ma solo al microscopio; da una cellula di origine così piccola (ifa), si ottiene a lungo andare il feltro colorato (micelio) che tutti noi conosciamo.
Le muffe possono diventare un problema all’interno delle case e degli edifici se le loro spore si posano su punti bagnati o umidi e quindi cominciano a crescere.
Quali sono le fonti delle muffe?
L’umidità relativa e la temperatura sono le condizioni principali per lo sviluppo delle muffe: la temperatura ottimale per la crescita è tra i 18-32°C e l’umidità relativa deve essere superore al 60%.
Negli ambienti di casa si sviluppano su soffitti, pareti e pavimenti umidi, su carte da parati, nel materasso, nei divani e tappezzerie, nei sistemi di condizionamento d’aria, negli umidificatori, cioè in tutti quegli ambienti dove si crea un alto tasso di umidità. Cucine, bagni e ripostigli sono gli ambienti più a rischio in casa. Alcune specie, come Cladiosporium, crescono perfino nei refrigeratori (in particolare intorno alle guarnizioni dello sportello), altre come Aspergillus sono tolleranti a temperature che sfiorano i 70°C; molte specie crescono sul terriccio e sulle foglie di piante ornamentali.
Le spore fungine hanno dimensioni medie intorno a 10 micron e possono perciò raggiungere grandi distanze con le correnti aeree.
Alcune specie come l’Alternaria, Cladiosporium, Rhizopus hanno cadenza stagionale, mentre Aspergillus e Penicillum sono presenti durante tutto l’anno.
Quali sono gli effetti sulla salute?
I funghi possono produrre sostanze tossiche e possono agire come agenti infettanti ed allergeni. I funghi, infatti, liberano le micotossine, sostanze che provocano irritazione ad occhi, naso, faringe, e sono causa frequente di cefalea, astenia, tosse secca, prurito, asma e altre acute difficoltà nella respirazione; inoltre producono sostanze volatili responsabili di allergie e anche del caratteristico odore di muffa.
Come ridurre l’esposizione?
Mantenere un basso livello di umidità ambientale con i seguenti accorgimenti:
- Favorire sempre la ventilazione e il ricambio di aria con un impianto di ricambio aria con recupero di calore (la presenza di condensa sui vetri delle finestre e sullo specchio del bagno è indice di inadeguata ventilazione).
- Cercare di non asciugare in casa la biancheria lavata
- Eliminare ponti termici ed infiltrazioni d’acqua della casa
- soprattutto dopo la doccia, aprire la finestra del bagno
- Asciugare immediatamente tutto il materiale umido.
- Pulire regolarmente le guarnizioni dei frigoriferi, vuotare e pulire frequentemente le vaschette dell’acqua nei frigoriferi autosbrinanti.
- Lavare regolarmente con candeggina le tende della doccia, i lavandini, la vasca e le pareti di bagno e cucina.
- Limitare le piante ornamentali
- Deumidificare se necessario per mantenere una umidità relativa tra il 40-50%.
- Non appoggiare i mobili alle pareti al fine di permettere la circolazione dell’aria
- Eliminare le macchie di muffa dalle pareti lavando con candeggina o fungicidi e solo in seguito imbiancare.
- È molto importante porre attenzione alla pulizia e alla manutenzione dei condizionatori che spesso vengono colonizzati da miceti le cui spore vengono disperse nell’aria.